Il pagliaccio e l’infermiera

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Il pagliaccio e l’infermiera

Con Giulia, la mia fidanzata, avevano sin dall’inizio  un bellissimo rapporto di coppia. Ad entrambi piaceva uscire fuori in locali con amici, praticare sport assieme ed entrambi avevamo un rapporto incredibile a letto.

Con Giulia bastava, uno sguardo, un sorriso, un sussurro e improvvisamente ci trovavamo in un turbine di passione,  a fare l’amore in qualsiasi posto ci capitasse.  Avevamo fatto l’amore nei luoghi più impensati : alle terme di notte, al mare invece in pieno giorno addentrandoci un po’ allargo, sul gommone, sul terrazzo della palazzina dove abitiamo, in ascensore, sulla sedia nel suo ufficio, sopra la lavatrice in bagno etc.

Con grande complicità, ci eravamo raccontati tutte le nostre fantasie ed assieme le avevamo soddisfatte, cercando di dare il massimo l’uno per l’altra, a fine di godere. Non è proprio questo lo spirito giusto di una coppia che si ama? A mio parere la complicità sessuale è uno dei cardini del successo di un rapporto di coppia e proprio per questa grande affinità sessuale, il nostro rapporto è sempre andato a gonfie vele.

Fatto sta che anche le coppie più affiatate come la nostra, sono soggette anch’esse ahimè al logoramento della “routine”.  Erano passati 10 anna da quando io  e Giulia stavamo assieme ed ormai da qualche tempo, il nostro rapporto era diventato stantio. Non mancava certo l’affetto  tra noi, ma le incomprensioni, i ritmi frenetici dei nostri rispettivi lavori ed appunto la routine ci avevano allontanati. Facevamo l’amore poco e senza passione e ce ne stavamo rendendo conto.

Avevo bisogno di una  svolta. Decisi di parlare con Giulia ed arrivammo entrambi alla conclusione che dovevamo trovare qualche nuova fantasia  da esaudire. Fu Giulia a fare per prima la proposta per prima.

– Hai visto quei video di youtube dove si vedono quei clown che per scherzo si fingono assissini per lo stupore dei passanti?  

– Sì.

-Sai cosa mi piacerebbe, che invece del pagliaccio assassino si trattasse di un pagliaccio violentatore, che dici ti piace l’idea? Dovrebbe però essere credibile.

– Mi dovrei quindi vestire da pagliaccio e far finta di stuprarti?

– Non devi fare finta, ma devi farlo sul serio ed io mi ribellerò ed urlerò.

-Potremmo farlo, però vista che questa è la tua fantasia, vorrei che tu soddisfassi la mia. Mi piacerebbe che tu fossi vestita da infermiera e portassi una gonna corta ed autoreggenti bianchi

– Solo questo? Figurati non sarà un problema.

Un mio caro amico, che faceva il massaggiatore mi dette le chiavi del suo studio, che poteva sembrare  in effetti a tutti gli effetti uno studio medico. Ci andammo di sera  verso le 21. Lasciai andare nell’altra stanza dello studio Giulia, che si vestì da infermiera, mentre io andai a casa per vestirmi e truccarmi da pagliaccio con tanto di trucco.

Come avevamo stabilito, detti uno squillo al cellulare di Giulia, per avvertirla che stavo per arrivare. Ero teso ed emozionato allo stesso tempo, mi sentivo come un attore di teatro alla sua prima. Per prendere spunto, di come avrei dovuto fare lo stupro, avevo visto il film “Arancia meccanica” e qualche video porno in rete, che parlava appunto di abusi sessuali. Ero piuttosto carico e voglioso di chiavare come una zoccola, quella perversa di Giulia.

Arrivai alla porta dello studio, che come d’accordi presi in precedenza, era socchiusa, entrai di scatto con l’adrenalina e mille e per una frazione di secondo sobbalzati per l’estasi della bellezza perversa della mia fidanzata .Un abito in latex bianco da infermiera, autoreggenti bianchi ed il cappellino da crocerossina, le stavano benissimo e le sue forme esaltavano al meglio il tutto. Avevo una gran voglia di fotterla violentemente, proprio come lei mi aveva chiesto. “Zoccola adesso ti fotto!”  Gridai. “Aahh, per favore lasciami fare!”, urlò Giulia. Le corsi addosso e le tappai la bocca con una mano,mentre con l’altra le tiravo i lunghi capelli verso il basso,come per domarla. Lei iniziò a dimenarsi ed a cercare di liberarsi, addirittura tentò pure di mordermi. Sembrava che davvero non volesse; e ciò mi eccitò molto. Riuscì a farla inginocchiare a terra e mentre ancora le tenevo la mano in bocca per non farla urlare, con l’alto presi dalla tasca un bavaglio che mi ero preparato per l’occasione.  Nel mentre, che cercavo di metterle in bavaglio, riprese a strillare e dimenarsi e per calmarla, le detti alcuni schiaffi anche piuttosto sonori e la presi nuovamente per i capelli. “Sta’ zitta zoccola, l’hai voluto te ed adesso ti inculo come una cagna. Preparati che ti spacco culo e figa.”

Giulia , assunse un aspetto molto intristito ed iniziò addirittura a piangere. Ero quasi per fermare la mia recita, temendo, che lei non stesse fingendo e che fosse realmente spaventata, ma Giulia, accortasi delle mie titubanze, mi fece una sorta di cenno con gli occhi,che mi esortava ad andare avanti e quindi  si rimise a piangere.

Presi una benda, che avevo anche questa in tasca e gliela misi, quindi le tolsi l’abitino in latex, la feci alzare tirandola per i capelli e vedendo il suo splendido culetto in perizoma bianco, iniziai un po ‘  a sculacciarla.  Sempre tirandola con forza per i capelli, mentre lei grugniva e piagnucolava, la feci inginocchiare accosto ad una parete e le poggiai la testa sulla stessa parete,avvicinandomi verso di lei con il cazzo all’altezza della sua bocca. Le sfilai velocemente il bavaglio nero ed in una frazione di secondo le infilai il mio cazzo in bocca ed inizia a pompare  su e già nella sua bocca.

Senza pietà e preso da una foga violenta e sadica, le infilavo il mio cazzo tutto in bocca quasi fino a soffocarla e di tanto in tanto le tappavo il naso, in modo che lei aprisse al massimo alla bocca per prendere aria ed io così potessi affondare quasi tutta la mia minchia nella sua gola. Le sfilai velocemente il cazzo di bocca, tanto che Giulia ebbe modo di sibilare a bassa voce un “bastardo!” e Le rimisi poi  il bavaglio in bocca , togliendole la benda.  A questo punto  la fece distendere nel pavimento fon forza, esortandola a mettersi alla pecorina. Lei obbedì ed io la guardai ancora una volta estasiato. Tacchi alti, perizoma e autoreggenti la rendevano ai miei occhi divina, mentre le sue belle tette terza misura ciondolavano all’aria vista la posizione assunta. Preso dalla voglia di penetrarla, mi misi dietro, le scostai il perizoma da un lato ed inizia a fotterla alla pecorina. La sua figa era bagnatissima, era eccitata come mai non avevo vista prima, quella zoccola e questo mi dette l’impeto per fotterla ancora con più forza e vigore. Nel mentre che la fottevo nella figa, inizia a toccarle il buco di culo, per iniziare ad allargarlo; Giulia mi aveva dato di rado il suo splendido sedere, ma questa volta volente o meno, visto la situazione l’avrei inculata ad ogni costo.Il passo successivo fu appunto quello di fotterla nel culo.La lasciai a pecorina nel pavimento, inizia a leccarle l’ano per bene e poi infilai prima la cappella e poi tutto di un colpo fino in fondo nelle sue viscere il mio cazzo tutto dentro. Lei urlò di dolore, ma non ci badai e continuai ad affondare il mio cazzo su e giù mentre lei urlava, urli che colpo dopo colpo si trasformarono in gemiti di piacere e che culminarono con una mia ricca sborrata nel suo buco del culo.

Alla fine ci alzammo entrambi e ci baciamo e lei mi disse: “è stato stupendo, dobbiamo rifarlo“.

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