Mamma di periferia I

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Mamma di periferia I

Sono una mamma molto giovane, che ha avuto un figlio molto presto e ha dovuto allevarlo da sola, senza l’ausilio di un marito, il quale mi ha abbandonato quasi subito, e forse è stato molto meglio così , visto che ora si trova in carcere.
Nello sterminato quartiere popolare di una grande città in cui vivo, mio figlio è cresciuto tra gli stimoli più diversi ma per lo più negativi, in mezzo a delinquenza, violenza, e non so più che altro.
Nel piccolo e squallido appartamento popolare in cui viviamo, lo vedo rincasare a tutte le ore con una faccia che non mi piace, vestito da teppista come ha imparato a fare qui nella periferia, ha anche qualche tatuaggio nelle braccia, e una cicatrice sul viso non grande per la verità ma che non so come si sia fatta, lui dice di non ricordare, ma ha tanto l’aria di una punta di coltello passata al volo.
Anche a scuola le cose non mi sembra che vadano. Ai colloqui i professori scuotono il capo e mi guardano con compassione. Mi dicono che fa molte assenze. Io purtroppo non ho il tempo di seguirlo: sempre in giro sin dal mattino presto, a fare pulizie nelle case , anche se adesso le chiamano collaborazioni domestiche, ma sempre di quello si tratta. Ho avuto anche, ma sento ripugnanza a parlarne, altri tipi di offerte, di un genere ben diverso: “sei giovane e carina” , mi hanno detto, “potresti guadagnare bene se lo volessi.” E in effetti, sì è vero, nonostante la vita grama che ho fatto e che continuo a fare sono ancora fresca e piacente, e il mio corpo non si è ancora deformato.
Ma fare certe cose e guadagnare in certe maniere mai, piuttosto la morte. Preferisco sfiancarmi giorno per giorno, ma lavorando onestamente. Il problema rimane mio figlio. E’ svogliato e temo che le assenze a scuola vadano aumentando. Fa sempre più fatica a svegliarsi al mattino e rimane spesso sotto le coperte della sua cameretta oltre l’orario utile e finisce sempre per alzarsi dopo molte mie insistenze e ripetuti richiami sempre troppo tardi, e con un’espressione buia.
Povero figlio mio! Anche la sua come la mia è una vita triste, senza gioie e senza luce. Mi si stringe il cuore vederlo così. Vorrei potergli dare un poco di conforto in queste squallide giornate, ma non so come fare!
L’altro giorno sono scesa dal letto piuttosto presto, siccome faceva freddo mi sono infilata la vestaglia per andare in cucina a preparare uno straccio di colazione. Metto su il caffè e vedo che la camera di mio figlio ha la porta semi aperta mi vien voglia di infilarmi in quell’oscurità per vedere lui che dorme e magari cercare di svegliarlo in tempo per la scuola. Piena di buona volontà entro nella stanza odorosa di sonno, mi siedo sul bordo del lettuccio e dico dolcemente, a bassa voce: “sveglia! Ti sto preparando la colazione!” ma lui non reagisce è ancora profondamente addormentato. Da sdraiato su un fianco che era si stende sulla schiena in un sospiro, in parte scoprendosi. Non voglio che prenda freddo e alzandomi afferro i lembi della coperta per ricoprirlo. Mentre gli passo la coperta sul corpo quasi sfioro con le nocche della mano gli slip di cotone grigi che indossa. Nella semi-oscurità mi accorgo che quella morbida flanella è tirata e arcuata da una prepotente erezione. Il suo corpo ha come un brivido. Ne percepisco il calore col dorso della mano.” Deve scottare”, non posso fare a meno di pensare. So come sono gli uomini e non mi meraviglio di certo per un’erezione mattutina, ma vedere mio figlio, il mio bambino, esibire inconsapevolmente quella prova di virilità mi ha riempito di una sensazione strana , una sorta di commozione mista a non so che di meraviglia e anche di vergogna per aver violato anche solo di passaggio la sua intimità. Ritorno dunque in cucina velocemente e non è passato che qualche minuto che mio figlio si affaccia alla porta della cucina, ancora sconvolto di sonno, spettinato, ma insomma approssimativamente sveglio. “Vuoi che ti faccia il toast?” gli chiedo. Lui fa di si con la testa. E si siede al tavolino. Si è messo la tuta. Quella mattina dopo aver mangiato si è preparato ed è uscito presto. Credo proprio che sia andato a scuola.
Scrivo di questo episodio perché , pur apparentemente irrilevante, segna l’inizio di un grande cambiamento nella mia vita e quella di mio figlio, qualcosa di nuovo, di sconvolgente, nella nostra squallida vita di periferia.
Fine primo episodio

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2 thoughts on “Mamma di periferia I

  1. Adalgisa

    più o meno è simile alla mia storia di madre single, scoprire con immenso piacere che il mio bambino era diventato uomo proprio una delle tante mattine nel mio letto dove dal divorzio ho dormito con lui dall’età di 4 anni, come dici tu mi commossi vedere il maschio virile che era diventato e capii che non potevamo più condividere il letto insieme, francamente non vedevo un fallo maschile in erezione così bello da alcuni anni e quello di mio figlio mi tarlò la mente, bello, turgido che emanavo un piacevole odore di muschio, mi passarono per mente molte cose ma la ragione prevalse e dalla sera stessa gli dissi che era il momento di andare a dormire nella camera singola, accettò ma chiedendomi un ultima notte con me, mi lasciai convincere non dovevo farlo e successe l’irreparabile, lo facemmo come marito e moglie, persi la testa, mi resi conto del rischio anche di rimanere incinta ma non so quale santo mi graziò, ma quella sera stravolse la nostra vita, non fui più in grado di impormi, non sapevo dire più di no, mi desiderava e pretendeva come fosse un uomo, e lo era aveva 18 anni, dalla sera seguente riuscii solo a fargli capire i rischi di una gravidanza se non avessimo trovato una soluzione, ci aveva già pensato acquistando dei preservativi, di li in poi per tre lunghi anni eravamo come marito e moglie, arrivò quel giorno in cui non so come ma trovai forza e immenso coraggio per imporgli le mie volontà, basta gli dissi, è ora che tutto tra noi ritorni come tra madre e figlio devi capire che non puoi pretendere da me altro, lo devi cercare fuori casa con un estranea che ti piace e farla felice, fino ad oggi hai fatto felice me, ma prima che diventi un tragedia tra noi stop!!! Chiaro? E così finì tutto con pazienza e carattere tutto tornò nella normalità.

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