Il peccato

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Il peccato

Allora, dimmi un po’,mio caro Alberto, come ti vanno le tue cose.?- Il signore distinto, di mezza età, era seduto in macchina, una costosa berlina nera, e aveva avvicinato il giovane, sui vent’anni che stava camminando sul marciapiede. – Oh è lei, mi scusi ma ero tra i fatti miei- gli rispose imbarazzato. Il maturo automobilista continuò – Alla tua età non è consentito avere dei pensieri, ma se ti posso essere d’aiuto, lo faccio ben volentieri.- Il sorriso aperto e sincero colpì Alberto che ringraziò. – Dai sali che ti accompagno, così mi racconti i tuoi problemi-. La portiera si aprì e Alberto sprofondò in un sedile di pelle, morbido, che gli sembrava di stare in poltrona. Dallo stereo usciva una musica celestiale che Alberto non aveva mai sentito in vita sua. – È Monteverdi – precisò l’uomo che con calma ripartì. – Dimmi caro, perché eri così perso tra i tuoi pensieri ? Apriti con me, raccontami-. Alberto si rilassò ascoltando quella musica e guardando fuori dal finestrino, decise che poteva fidarsi, d’altronde lo conosceva da più di un anno. Iniziò a raccontare del rapporto con i suoi genitori, del contrasto che aveva con suo padre, della competizione con suo fratello più giovane di lui di due anni, che era il cocco di mamma , e dei problemi con il datore di lavoro, un parrucchiere che lo sfruttava e trattava male di fronte ai clienti. – Ma ci sarà pur qualcosa di positivo nella tua vita – chiese il maturo curioso. – Sì, ho la ragazza da sei mesi, Susy, ha un anno più di me. – Alberto era indeciso se parlare di lei o no, e stette un attimo in silenzio. – Ma con questa Susy, il vostro rapporto , com’è? Mi spiego, è maturo o adolescenziale? – Alberto non capiva la domanda – Cosa intende per maturo ? – L’uomo mentre guidava lentamente lo guardava spesso furtivamente e in quel momento gli sorrise – Dai che mi hai capito, per comportamento maturo intendo non da ragazzini.- Alberto tagliò corto- Vuole sapere se scopiamo?- – Scopiamo, che parola greve e sporca per un atto d’amore- rispose sornione l’uomo. Intanto si erano spinti fuori dall’abitato e stavano prendendo la circonvallazione . Alberto gli domandò dove stessero andando.- Parlando mi sono distratto, ora appena posso, faccio inversione e torniamo indietro.- Alberto non si preoccupò più di tanto, gli piaceva parlate con lui, gli dava un senso di protezione. – Allora, dimmi, tua madre è forse gelosa di Susy, sai a volte le mamme non sopportano l’idea che una donna possa andare a letto con il suo bambino. Alberto pensò che questa era una cosa che poteva essere vera, in effetti sua madre, da qualche tempo, non faceva altro che fargli domande, anche imbarazzanti, come la settimana scorsa quando gli ha aveva chiesto se usava i preservativi. – Inoltre credo che tu possa avere dei sentimenti diciamo di rimorso, nei confronti di tua madre, cioè, credo che quello che fai con Susy non vorresti che tua madre lo venisse a sapere, e questo ti mette in crisi, non è così ?- Cavolo, ci aveva proprio azzeccato, pensò Alberto, che più di qualche volta si era trovato a rincasare dopo aver fatto l’amore e non riuscire a guardare negli occhi sua madre per la vergogna. Lo disse all’uomo che intanto stava ritornando verso il punto dove aveva fatto salire Alberto. Gli chiese l’indirizzo per portarlo a casa. Mentre la macchina procedeva lenta tra le vie del quartiere Alberto gli chiese come poteva risolvere quella situazione. – Vedi Alberto, ti devi liberare dalla paura del rimorso per tua madre. Quello che fai è peccato, perché sai che i rapporti sessuali soprattutto tra ragazzi non è cosa buona, devi riuscire a capire che anche la masturbazione, se praticata come godimento, è peccato. Ogni volta che con pensieri lussuriosi ti masturbi, annienti la tua persona. Quello che fai con la tua ragazza nasce dal peccato, mentre dovresti sublimare ogni atto sessuale, in atto d’amore.- Alberto era in piena confusione – Ma io voglio bene a Susy, ci amiamo – disse timidamente. – Amore, che parolona per due ventenni. Vi annusate e desiderate come due animali, non capisci ancora che l’atto sessuale deve essere il fine di un mistero più grande di noi.- – Non capisco- Alberto era confuso, intanto la macchina era arrivata dietro casa sua, in una piccola piazzola, all’ombra di alcuni alberi. Spento il motore, l’uomo si girò verso Alberto. – Ora cerco di essere più chiaro, Alberto caro. Supponiamo che ora io , ti mettessi le mani su una coscia, diciamo così- e con naturalezza gli appoggiò la mano poco lontano dall’inguine. Alberto rimase immobile, incapace di fare nulla. – Ora, sempre per spiegare il concetto, la mia mano non si fermasse qui ma proseguisse- e senza esitazione gliela appoggiò sui genitali. Alberto aveva gli occhi pallati, non riusciva a capire cosa stesse succedendo. L’uomo, con voce tranquilla continuò.- Ora, se io accarezzassi il tuo membro , in meno di un minuto sarebbe duro come il marmo, non è così?- e con movimenti leggeri mosse il palmo sul pene di Alberto che in un attimo ebbe un’erezione da paura. L’uomo gli sorrise. – Come vedi Alberto, noi non ci amiamo, ma i nostri ormoni, la nostra diciamo sessualità è molto terra terra, siamo bestie.- Intanto con la mano continuava a toccare, strusciare fino a quando non glielo prese i mano attraverso la stoffa dei pantaloni. Alberto non riuscì a trattenere un gemito di piacere. – Come vedi caro Alberto, devi imparare a sublimare l’atto sessuale in qualcosa di più alto, di nobile, altrimenti tutto si appiattisce nella semplice sessualità di un gesto- e gli aprì la cerniera mettendo a nudo il membro duro. Con il pollice gli massaggiò il frenulo e il glande bagnato, poi mosse la mano con forza inaspettata in basso per un paio di volte. Alberto urlò dal piacere. – Vedi Alberto l’atto sessuale va condannato se non c’è il mistero, il dono, e anche se io ti facessi venire in questo istante, non sarebbe una bella cosa, ma un peccato. – Detto questo si chinò in avanti e prese in bocca il membro di Alberto, che chiuse gli occhi. La lingua sapiente lo leccò avidamente mentre una mano lo segava con forza e l’altra gli stringeva i testicoli. Alberto venne quasi subito, urlando tutto il suo godimento. Lui se lo tolse dalla bocca non senza averne ricevuto in bocca e guardò Alberto che inarcando la schiena si liberava con tre , quattro schizzi abbondanti. I pantaloni di Alberto erano sporchi di sperma, come il maglione , mentre l’uomo aveva la bocca con il liquido denso che gli colava da un lato. Il cruscotto era sporco, come il cambio automatico, e il volante. – Certo ragazzo, che ne hai fatti di danni- gli disse ridendo- Con calma, prese un fazzoletto ricamato, si pulì il viso, le labbra, e poi la macchina, mentre Alberto, si rimetteva a posto imbarazzatissimo. – Spero di averti chiarito il concetto mio caro Alberto, noi abbiamo peccato come pecchi tu con la tua ragazza, ecco perché ti senti in colpa nei confronti di tua madre , che ti ama , lei si veramente.- Alberto, aprì la portiera e prima di scendere gli domandò cosa doveva fare.- E me lo chiedi, non peccare più, ama Susy di un amore casto fino al matrimonio, e tieniti lontano dalla tentazione. Se hai momenti di dubbio o vuoi sfogarti, sai dove trovarmi.- Alberto chiuse la portiera e la macchina partì. Dopo qualche via posteggiò e l’uomo scese. Senza fretta, salì le scale ed entrò. Gli corse incontro suor Amelinda- Padre è in ritardo per la messa – Lui non si scompose – Ho dovuto riportare una pecorella all’ovile.- e mentre indossava i paramenti sacri, le disse sottovoce – sorella , dopo la messa mi raggiunga in canonica.- La suora abbassò gli occhi e sorrise timidamente – Vuole che le lavi i fazzoletti come sempre ? – – Non solo, sorella, non solo …-

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