Mi chiamo Mario, ho 46 anni, sono alto un metro e 70, occhi scuri, incanutito da oltre un decennio. Fisicamente sono di media corporatura e, a detta di chi lo ha provato, fra le gambe possiedo un bell’attrezzo che mi ha permesso di godere con molte donne. Va aggiunto che ho un fratello gemello, di nome Mauro, che è identico a me. Siamo entrambi sposati e, curiosamente, con due gemelle. Abbiamo entrambi due figli, un maschio ed una femmina che, a loro volta, sono gemelli. Lavoriamo entrambi nella ditta di zio Pasquale, specializzata nella installazione di impianti fotovoltaici. Qualche mese fa, per lavoro, ci siamo recati in una cittadina della Campania, dove la nostra ditta, assieme ad altre tre, aveva ricevuto un appalto per la realizzazione di un immenso campo solare. Dato che il lavoro avrebbe richiesto parecchio tempo, nostro zio ci sollecitò a trovarci una sistemazione in loco, così da lavorare in cantiere per l’intera settimana e tornare a casa ogni weekend o, al massimo, ogni 15 giorni. Su indicazione del titolare di una salumeria, dove ci eravamo fermati per prender dei panini imbottiti, ci fu segnalata un’abitazione, un po’ fuori dal centro, dove la proprietaria era disposta ad affittare almeno due camere a gente come noi. Immediatamente ci siamo recati all’indirizzo fornitoci e, giunti sul posto, abbiamo potuto constatare che si trattava di una bella casa colonica con giardino, posta al centro di una proprietà terriera adibita a frutteto, vigneto ed altri campi coltivati. Una volta avuta la presenza della proprietaria, ci siamo trovati davanti una splendida signora, più o meno nostra coetanea. Alta, mora, occhi scuri, labbra sensuali, una splendida quarta di seno ed un fisico non magro, ma neanche grasso, con le curve al posto giusto. Indossava un maglioncino di cachemire con un profondo scollo a V, che non celava il solco dei suoi splendidi seni ed una gonna che le arrivava al ginocchio, sotto cui spiccavano delle calze scure, che potevano esser benissimo delle autoreggenti. Ai piedi aveva delle scarpe di vernice nera, dal tacco 10 largo, che, sicuramente, dovevano essere abbastanza comode, ma le inarcavano la schiena in modo da evidenziare il culo, rendendo un’immagine di sé piuttosto sensuale.
«Buongiorno signora, sono Pasquale. Sono stato informato dal titolare del negozio di alimentari che lei potrebbe fittare due camere per il tempo accorrente alla costruzione, in questa zona, di un imponente impianto fotovoltaico.»
Lei, mentre ascoltava le parole di mio zio, sembrava aver occhi solo per noi due, che la guardavamo in maniera interessata, perché affascinati da quella donna che, pur nella sua semplicità, emanava una certa malia. Ci ha riflettuto un attimo e poi ha chiesto ulteriori spiegazioni.
«Buongiorno a voi signori. Mi chiamo Giovanna e, effettivamente, ho due camere libere che potrei fittare, ma sia ben chiaro che, oltre al pagamento anticipato di quanto dovuto, dovrete rispettare alcune regole su cui non transigo. È una cosa che metto sempre in chiaro, ogni volta che qualcuno mi chiede l’uso in locazione delle mie camere.»
Mio zio si è girato verso di noi, ed io, incuriosito, ho chiesto quali fossero queste regole, così inderogabili.
«Esigo il massimo rispetto; non voglio gente che gira nuda per casa; esigo che quando si utilizza il bagno, lo si deve lasciare pulito come lo si trova. Non amo gente sciatta o volgare e, in casa mia, non si fuma. Naturalmente non vi è concesso di portare donne in casa mia. Posso offrirvi, oltre alle camere, altri servigi, come la lavanderia, la cucina e, se volete, anche la colazione. Il riordino e la pulizia delle vostre camere sono inclusi nel prezzo. Dovrete mangiar fuori, perché non ammetto che si mangi in camera. Come vedete, le mie son regole semplici, ma ferree.»
Mentre parlava, osservavo le sue labbra e, dentro di me, cresceva la voglia di assaporare quella meraviglia, sulla punta del mio cazzo. Mio zio si è voltato verso di noi che abbiamo annuito favorevolmente e, pattuito il prezzo, che ci è sembrato decisamente onesto, siamo andati insieme a vedere le camere. Entrando, ci siamo trovati in un ampio salone, con mobili molto belli e di pregio, uno splendido camino, e arredi alle pareti che rendevano l’ambiente particolarmente curato, dove era evidente il tocco femminile. Percorso un breve corridoio, ci siamo trovati davanti a due porte che davano accesso alle nostre camere. Una era una cameretta con un letto singolo, dove abbiamo deciso di far dormire nostro zio, anche perché, detto fra noi, quando dorme, russa. Io e mio fratello abbiamo deciso di occupare l’altra camera che, pur essendo una matrimoniale, aveva due letti separati. Subito abbiamo iniziato a disfare le valige, mentre la signora, avuti i nostri documenti, ha iniziato la registrazione dei nostri dati. Mentre sistemavo le mie cose in un cassetto, mio fratello si è avvicinato e mi ha chiesto cosa ne pensavo di quella bella donna.
«Più che pensare, direi che mi piacerebbe fare: le metterei volentieri il mio cazzo fra quelle splendide labbra. Inoltre, mi piacerebbe sentirlo scorrere lungo quel solco dei seni che, sicuramente, me lo avvolgerebbero in maniera tale da far provare un piacere più che unico. Sono anche sicuro che la signora dovrebbe esser una gran porcona a letto.»
Lui ha sorriso ed ha annuito, confermando che anche a lui era sorto lo stesso intenso desiderio di fottere quella splendida cavalla, che ci eravamo trovati davanti. Sistemate le pratiche, siamo andati sul luogo di lavoro, restando d’accordo con la signora che saremmo tornati in serata, verso le 17:00. Durante il resto della giornata siamo stati impegnati nel lavoro, anche se, spesso e volentieri, io e mio fratello continuavamo a scambiarci fantasie sulla, ormai ritenuta tale, “maialona”, ripromettendoci che, se vi fosse stata l’occasione, ci saremmo scopati la signora, anche insieme. Finita la giornata di lavoro, siamo tornati a casa e, ad accoglierci, ci siamo trovati davanti quello che doveva essere il marito.
«Buonasera, io sono Antonio, marito della signora Giovanna. Mia moglie è uscita per fare delle spese, onde arricchire la dispensa per far fronte a cena o quant’altro pattuito con lei.»
Anche lui ci guardava un po’ incuriosito e, mentre io e mio fratello siamo andati a fare una doccia, nostro zio è rimasto a parlare con quel tizio che, effettivamente, aveva un che di strano. Entrambi ci domandavamo come un soggetto, basso di statura, con pancetta prominente, stempiato e con pochi capelli in testa, fosse riuscito ad entrare nelle grazie di quella splendida donna che, sicuramente, con il suo fascino avrebbe potuto avere tanti pretendenti.
«Probabilmente deve avere un cazzo come quello di un cavallo, per soddisfare una troiona come quella.»
Guardo mio fratello, ma non condivido la sua analisi.
«Oppure, è un cornuto così convinto e contento, che lascia quella porcona libera di scopare con chi vuole.»
Ci siamo messi a ridere e, dopo la doccia, mentre eravamo in camera intenti a vestirci, attraverso la finestra abbiamo visto la signora tornare. Nello scendere dalla vettura, lei ha aperto le cosce, senza sapere che noi due la stavamo osservando. Abbiamo assistito ad uno spettacolo davvero stupendo. Due meravigliose colonne di carne, bianche e splendidamente tornite, impreziosite dal pizzo delle autoreggenti. Ho guardato mio fratello e ci siamo rafforzati nell’idea che il marito fosse un cornuto. Anche lui, dopo lo spettacolo della scosciata della signora, si è convinto che, probabilmente, avevo visto giusto. Senza un attimo di esitazione, sono uscito fuori e le sono andato incontro, offrendomi di aiutare la signora a portare in casa le pesanti borse della spesa.
«Grazie, lei è molto gentile. Purtroppo oggi è difficile imbattersi in uomini così premurosi, quando vedono una donna in difficoltà.»
«Non mi deve ringraziare, perché le assicuro che è un vero piacere esserle d’aiuto, in questo e in tutto ciò di cui lei possa aver bisogno. Mi consideri sempre a sua disposizione, in tutto e per tutto, a qualsiasi ora del giorno e, se ci fosse necessità, anche della notte.»
Lei mi ha guardato con aria un po’ incuriosita, fingendo di essere contrariata, ma si vedeva benissimo che, in realtà, era compiaciuta da ciò che avevo detto, perché aveva interpretato bene il doppio senso delle mie parole. Giunti in cucina, ci ha raggiunto anche mio fratello e, insieme, l’abbiamo aiutata a sistemare le cose e, poiché la cosa sembrava piacerle molto, anche mio fratello, si è offerto di esserle di aiuto in qualunque cosa. Lei ci ha guardato e, sicura di non essere ascoltata da nessun altro, tranne che noi, ci ha parlato con un tono che voleva essere quasi un rimprovero, ma che, in realtà, esprimeva il conforto di avere due maschi come noi a sua disposizione.
«Signori, vi devo ricordare che sono una donna sposata e che voi siete ospiti a casa mia, perciò siate discreti e non vi approfittate di una povera signora, che spesso è sola e non ha molto da offrirvi.»
Noi due ci siamo dati un’occhiata ed abbiamo subito capito che la signora, a modo suo, ci aveva lanciato un chiaro messaggio. L’arrivo del marito ha interrotto il dialogo, ma durante la cena, ho notato che la signora Giovanna, spesso e volentieri, riempiva il bicchiere del marito e di nostro zio che, alla fine della cena, non era affatto sobrio, anzi direi che era senz’altro ubriaco.
Nostro zio, abbastanza alticcio anche lui, si è offerto di accompagnarlo in camera e, aiutato dalla signora, l’ha messo a letto, per poi salutarci e ritirarsi nella sua cameretta a dormire, perché effettivamente stanco. Noi due ci siamo offerti di aiutare Giovanna a rassettare e, mentre lei era intenta a sistemare i piatti sporchi all’interno della lavastoviglie, piegata in avanti, entrambi abbiamo potuto vedere che il vestito era salito ed erano visibili le sue splendide cosce, fasciate da autoreggenti, al di sopra delle quali si intravedeva il colore scuro di una striminzita mutandina che, a mala pena, copriva la sua splendida fica. Con la scusa di porgerle alcuni piatti sporchi, mi sono avvicinato da dietro e, con il cazzo già duro, ho fatto in modo di strusciarmi su di lei, che avvertendo il turgore della mia verga sulle sue natiche, è rimasta immobile, senza dire nulla. Le ho passato i piatti e lei, senza staccarsi da me, si è rialzata, continuando ad appoggiarsi al mio corpo, ha spinto il pulsante di avvio dell’elettrodomestico e poi si è girata. Guardandomi dritto negli occhi, ha cercato di imbastire una scusa, per giustificare quello che stava per succedere.
«Ragazzi, basta! Andate a letto che, di sicuro, sarete stanchi. Finirò io a mettere in ordine la cucina.»
Giro lo sguardo verso mio fratello, che ora è vicino a me, e anche lui la guarda con occhi carichi di desiderio. Non ascolto le sue parole e con la mia mano afferro la sua e la appoggio sul mio cazzo che, duro, preme sotto la stoffa dei pantaloni. Lei si morde il labbro inferiore, socchiude leggermente gli occhi poi cerca ancora un’ultima giustificazione, che nessuno di noi due accetta.
«No, vi prego, lasciatemi stare! Sono una donna sposata e mio marito dorme nell’altra camera.»
Per tutta risposta, mio fratello le ha preso l’altra mano e se l’è appoggiata sul suo cazzo, già bello duro come il mio, e stringendola un po’ a sé, le ha appoggiato la bocca sulla spalla destra, prendendo a baciare il collo di Giovanna, appena sotto l’orecchio. Lei ha emesso un lungo respiro, reclinando la testa all’indietro e, con forza, ha serrato tra le mani i nostri membri, ancora coperti dalla sottile stoffa dei pantaloni della tuta da ginnastica che, entrambi, indossavamo. Senza dire nulla, ho appoggiato la mano sulla sua spalla e l’ho spinta ad inginocchiarsi in mezzo a noi due. Mio fratello è stato più lesto di me nell’abbassare l’elastico dei pantaloni ed estrarre il suo cazzo duro, così da divenire subito preda delle calde labbra di Giovanna. Anch’io le ho offerto il mio, che lei ha impugnato e iniziato segare con la mano, mentre spingeva quello di mio fratello tutto nella sua gola. Ora, come già detto all’inizio, siamo gemelli e, entrambi, abbiamo due belle nerchie, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e da come Giovanna ha cominciato a gemere, abbiamo capito che apprezzava molto ciò che stava succhiando. La sua bravura era assolutamente fuori discussione. Accoglieva il cazzo di mio fratello giù per la gola con estrema facilità, palesando, oltre una certa esperienza, una voluttà da vera troia. Lui ha lasciato che lei assaporasse il suo cazzo e, poi, quando lo ha sfilato, si è girata verso di me; io le ho appoggiato la mano sulla testa e, senza nessuno sforzo, lei ha ingoiato anche il mio, fino in fondo. Ho sentito il suo viso premere contro il mio inguine, mentre il mio cazzo era scivolato lungo tutta la sua gola. La cosa sconvolgente è stata che, mentre aveva quei buoni venti cm in gola, lei ha estratto la punta della lingua ed è riuscita a lambire anche le mie palle. Per me era la prima volta che una femmina si infilava tutto il mio cazzo in gola e riusciva anche a leccarmi le palle.
«Cazzo, che meraviglia! Questa puttana è talmente brava che si prende il cazzo in gola e poi ti lecca anche le palle! Fratello mio, una zoccola così non la troviamo in nessun’altra parte del mondo. Son sicuro che, nei giorni che passeremo qui, avremo modo di divertirci molto con questa troia, che ancora non ha ben capito con che razza di maiali ha a che fare. Son sicuro che quando lo scoprirà, ne sarà estremamente compiaciuta.»
Mi sono gustato la splendida leccata di cazzo e, poiché avevo voglia di assaporare il suo nettare, l’ho fatta sollevare e, presa per mano, ci siamo spostati verso il salone. Ad un tratto, però lei, ha aperto un’altra porta e ci siamo trovati dentro un’altra camera. Vi era un letto matrimoniale ed un grosso armadio con un’intera parete a specchio. In un attimo ci siamo avventati su di lei che si è lasciata spogliare nuda, mentre le sue mani erano alla ricerca delle nostre verghe dure. Mentre anch’io mi spogliavo, lei ha preso a succhiare il cazzo di mio fratello e, a quel punto, l’ho fatta inginocchiare sul letto e mi sono posizionato dietro di lei. Ho dilatato quelle splendide natiche e subito mi sono trovato davanti, lo scuro buco del culo e lo spacco della sua fica, che già grondava umori in quantità. Ho sentito forte l’odore di femmina in calore che emanava la sua fica e, dopo essermi inebriato di quel profumo estasiante, ho affondato la mia lingua nello spacco rosa di quella femmina stupenda. Un gemito a bocca piena è risuonato nel silenzio della stanza, mentre mio fratello la reggeva con entrambe le mani sul capo e le imprimeva il ritmo della pompa. Il rumore del risucchio dello splendido pompino, faceva eco al mio leccare con avidità di quegli umori che veniva emessi in quantità da quell’ostrica profumata. Quando ho sentito il suo corpo fremere per un orgasmo forte e devastante, ho aperto ancora di più la bocca, avvertendo che mi veniva riempita del piacere di quella fantastica femmina, che stavo leccando. Lei si è sfilata il cazzo di mio fratello dalla bocca e si è girata verso di me, supplicandomi di scoparla.
«Prendimi, cazzo! Mettimelo dentro! Voglio sentire che mi apri tutta, fino in fondo e mi scopi come un toro scatenato. Ho voglia di godere, perché l’idea di avere in corpo le vostre mazze, mi fa veramente impazzire e voglio essere montata e godere, come una vacca in calore.»
Non ho avuto un attimo di esitazione e, dopo essermi inginocchiato dietro di lei, ho appoggiato il mio cazzo su quella fessura bollente e, con una spinta decisa, sono entrato tutto dentro, fino in fondo. Ha inarcato la schiena, perché la punta del mio cazzo deve aver sbattuto con forza in fondo e, a quel punto, l’ho afferrata per i capelli costringendola a spingere i fianchi verso di me, per ricevere meglio e più in profondità il mio cazzo. Poi, l’ho afferrata per i fianchi e mi sono messo a pomparla con un ritmo molto sostenuto, mentre lei continuava a succhiare imperterrita il cazzo di mio fratello che si godeva alla grande il piacere che stava ricevendo dalle labbra di questa incredibile troia.
«Cazzo, come succhia! Sembra un’idrovora! Mi sta succhiando anche l’anima e come hai detto tu, si mette tutto il cazzo in bocca e mi lecca ancora le palle! Che maiala stupenda! Una vera vacca da letto!»
Le sbattevo con forza il mio corpo contro i suoi glutei, mentre sentivo le palle sbattere, ad ogni affondo, contro le labbra della sua fica. Ha goduto all’istante. L’ho pompata a lungo, facendola godere molto, poi mio fratello mi ha chiesto se gli lasciavo il posto, perché anche lui voleva godere di quella figa calda, che godeva in continuazione. Ho accettato di fare cambio e lui si è sdraiato sotto di lei, lasciando che lei si impalasse su di lui. Lo ha cavalcato a lungo, godendo ripetutamente, mentre io, in piedi, mi facevo succhiare il cazzo da quelle labbra calde e vogliose. Ad un tratto, dopo l’ennesimo orgasmo Giovanna si è distesa su di lui, quasi sfinita, e dalla mia posizione ho visto il suo splendido culo. Dentro di me ha preso forma l’idea di penetrare anche quell’invitante buco. Mi sono inginocchiato fra le loro gambe e, dopo aver lubrificato con un po’ di saliva la punta del mio cazzo, l’ho appoggiata a quel fiore che, sotto una spinta decisa, si è aperto, facendomi scivolato dentro quella gaudente, che ha emesso un sincero gemito di piacere.
«Meraviglioso! Lo sento tutto nelle viscere! Mi state letteralmente squartando! Continuate, vi prego. Continuate a farmi godere, perché siete magnifici.»
Inutile dire che abbiamo continuato a scoparla ancora un po’, poi, datici un cenno d’intesa, ci siamo sistemati per sborrare in faccia a questa troia, che subito si è inginocchiata fra noi e, dopo aver preso i nostri cazzi in mano, li ha succhiati e masturbati finché, entrambi, le abbiamo riversato sul viso tutto il nostro piacere. Era uno spettacolo fortemente eccitante vedere quella faccia da puttana coperta di sborra, che colava dalle guance fin sopra i seni. Sfinita, è rimasta distesa e, dopo aver ripreso fiato, si è rivolta a noi con voce rotta dall’emozione.
«Grazie, ragazzi, siete stati meravigliosi ed ho goduto davvero tanto. Sarò volentieri la vostra puttana, a patto che, ognuno di voi due, mi faccia godere e mi faccia provare le stesse emozioni che ho provato questa sera.»
Distesi accanto a lei, sono stato preso da una certa curiosità.
«Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo modo di scopare. Hai mostrato di possedere una notevole libidine, non priva di una certa esperienza. Sono convinto che noi due non siamo gli unici cazzi, che tu ospiti fra le tue cosce.»
Lei sorride maliziosa e precisa che, all’interno del circuito di persone che la conoscono, se ne scopa quelle che hanno una maggior rilevanza per lei.
«Non ti sei sbagliato, mi piace molto scopare e, soprattutto, anche trarne vantaggio. Ad esempio, mi scopo anche il proprietario del supermercato che vi ha dato il mio indirizzo. A lui piace moltissimo mettermelo nel culo, perché sua moglie non glielo concede, così, appena fatta la spesa, vado nel suo ufficio, dove lui mi incula con gran piacere per entrambi. A volte è talmente arrapato che, dopo aver sborrato, il cazzo gli resta così duro che continua a scoparmi, finché non viene una seconda volta. Ovviamente, ogni volta che mi faccio inculare, ottengo anche il 50% di sconto sulla spesa. Mi scopo il macellaio, assieme al suo giovane dipendente. Lui ha una moglie talmente zoccola, che la dà a cani e porci, tranne che a lui, ed il motivo è semplice: ha un cazzetto così piccolo, che è davvero difficile, anche farglielo diventare duro. Così mentre lo succhio, il suo giovane garzone mi scopa energicamente. Mi godo l’impeto di quel giovane, che anche se non è molto resistente; mi pompa come un toro scatenato e ben presto mi riversa dentro tutta la sua notevole carica erotica. Appena è venuto, il suo capo lo spedisce di nuovo nel negozio, mentre lui si distende a terra e mi fa sedere con la fica sulla sua bocca. Non avrà il cazzo grosso, ma vi assicuro che ha una lingua da vero formichiere. È incredibilmente abile nell’infilarla in ogni anfratto della mia vagina, alla ricerca anche dell’ultima goccia di sperma che il suo giovane aiutante ha rilasciato nel mio ventre. Mi scopo anche il proprietario del distributore di benzina che, da quando ha assunto quel giovane ragazzo di colore, ogni volta che passo da loro, oltre a farmi il pieno all’auto mi fanno il pieno anche in ogni buco. Il ragazzo di colore poi ha una vera proboscide fra le gambe e, quando me lo spinge in culo, ho quasi la sensazione che mi esca dalla bocca. Un altro con cui mi piace scopare è il farmacista, assieme a quella vacca di sua moglie. Sono una coppia molto libertina e, mentre lui mi scopa con forza piegata a pecora, io lecco la fica di quella vacca che, quando gode, mi schiaccia il viso contro il suo clitoride ed urla al marito di sfondarmi il culo. Non ho tralasciato nemmeno i ragazzi che prestano servizio volontario nel punto di emergenza. Avete presente l’ambulanza che c’è all’inizio del paese con dentro un medico, un infermiere ed un autista. La scorsa estate, visto che si stavano annoiando, mi sono avvicinata e mi è sono fatta fare un vero check-up completo: attraverso una colonscopia, laringoscopia e colposcopia completa, hanno appurato che ero in perfetta forma. Non mi sono lasciata sfuggire nemmeno il sindaco, che assieme all’assessore all’urbanistica e al comandante delle guardie municipali, mi hanno scopato in tre nel suo ufficio, quando sono andata a sollecitare i permessi per la ristrutturazione di questo immobile. Dei tre, il più porco e dotato, era il comandante che, mentre gli altri due mi sfondavano fica e culo, lui mi colpiva la faccia con il suo cazzo grosso e duro e, dopo avermi schiaffeggiato, me lo infilava tutto in gola. Anche il direttore della banca è fra le persone che amano scoparmi. Una volta a settimana, vado da lui per farmi fare un generoso versamento nella vagina. E vi assicuro che, in fatto di versamento, il suo è quello più generoso, a parte i vostri di questa sera. In cambio, ottengo sempre uno sconto per il mio mutuo a tasso variabile.»
La guardo e d’impulso le rinnovo una domanda.
«Cazzo! C’è qualcuno in questo paese che non ti sei scopata?»
Lei sorride divertita, poi, dopo una attenta riflessione, prosegue nel suo elenco.
«Sì, è il nuovo comandante dei carabinieri che è giunto in paese da appena una decina di giorni. Però mi sono scopata i cinque uomini che collaborano con lui. Me li sono fatti tutti e cinque assieme e, per una sera, mi hanno letteralmente devastato ogni buco.»
Ora è mio fratello che la guarda un po’ stupito e, con una certa ironia, le pone un’ennesima domanda.
«Cazzo! Hai detto che ti manca il comandante dei carabinieri, quindi ci vuoi far credere che ti sei scopata anche il prete?»
«Sì, e vi assicuro che, fra tutti quelli che mi hanno scopato e mi scopano tutt’ora, è stato il più porco e, assolutamente, il più perverso. Mi ha scopato in canonica, assieme al suo diacono, che me lo ha piantato nel culo, senza tanti complimenti, mentre mi teneva sdraiata su di lui, voltata di spalle e con le cosce aperte. Quel pervertito di un prete, ha preso la sua cintura e mi ha frustato con sapiente maestria sia i capezzoli, che il clitoride. Quel dolore così sapientemente dosato, mi ha fatto avere un orgasmo devastante. Quando la pelle sotto la sferza delle frustate è diventata del colore di una fragola matura, quel porco ha estratto un cazzetto, neanche troppo grosso, ma ha cominciato a schizzare la sua sborra sopra la mia pelle irritata delle frustate. Sentire quei getti caldi in quei punti, resi più sensibili dalle frustate, era come ricevere degli spilli che si conficcavano nella mia pelle. La cosa sconvolgente era che, mentre mi copriva di sborra, e l’altro mi inondava il culo, lui urlava che mi stava liberando da Satana! Ammetto, però, che nella mia lista mancava far sesso con due gemelli, come voi. È stato molto interessante farsi pompare il culo da un maschio, mentre sotto di te ne hai uno uguale che ti scopa nella fica. È una sensazione strana e bellissima, è come se facessi sesso con un maschio che ha due cazzi. Vorrei solo sapere se le vostre mogli riescono a capire la differenza che c’è fra voi due. Non si sbagliano mai?»
Mio fratello la guarda e stringe le spalle mentre le risponde.
«Perché? Che differenza fa? Anche loro sono due gemelle. Quindi per noi non ha nessuna importanza se mi trovo nel letto di mia moglie o di mia cognata. Abbiamo anche messo al mondo, ognuno di noi, due figli, un maschio ed una femmina e, onestamente, non potrei dire se ad ingravidare mia moglie sono stato io o mio fratello, ma, in ogni caso, per noi non ha fatto nessuna differenza, perché anche i nostri figli sono gemelli.»
Giovanna ci guarda meravigliata.
«Cazzo, che fortuna! Poter scopare con un maschio diverso, senza doversi preoccupare se è il marito o il cognato! Sono due femmine davvero fortunate! E pensare che ero convinta di essere io la puttana, mentre mi rendo conto che anche le vostre donne non scherzano.»
Entrambi ci siamo messi a ridere, poi, essendo stanchi per la giornata di lavoro oltre che per il supplemento della serata, ce ne siamo andati a letto. Per circa sei settimane abbiamo abitato in quella casa e abbiamo scopato ripetutamente Giovanna, che ci ha sempre regalato tutto il suo piacere. Il marito, dopo la prima sera, non aveva bisogno di ubriacarsi, perché aveva capito che sua moglie godeva nello stare fra le nostre braccia e così, dopo cena, tutti e tre, a volte anche quattro, perché dopo un po’ si è unito anche lo zio, ci chiudevamo in quella camera e la scopavamo come se non ci fosse un domani. È stato bello vedere lo stupore di Giovanna, quando si è trovata davanti il cazzo di nostro zio, che, se noi siamo abbastanza ben dotati, lui lo è molto più di noi, non tanto in lunghezza, quanto in circonferenza. Quando lui ha sfondato il culo di Giovanna, lei ha spalancato la bocca e sbarrato gli occhi, cercando, in qualche modo, di sopportare la forte dilatazione cui era sottoposto il suo culo.
«Cazzo, fa piano! Ho come l’impressione che al posto del cazzo, tu mi abbia spinto in culo una mano intera!»
Zio Pasquale si è messo a ridere e, dopo averle dato una bella pacca sul culo, l’ha rassicurata che non era una mano, ma solamente la punta del suo cazzo.
«Sta zitta, vacca, che non morde! Dite tutte così quando la vedete, poi urlate di piacere quando vi spacco il culo.»
Finito il lavoro, il giorno dell’inaugurazione, abbiamo portato con noi anche le nostre mogli e, dopo la cerimonia, siamo stati ospiti a pranzo a casa di Giovanna e, nel pomeriggio, tutti e cinque ci siamo divertiti con lei e le nostre mogli. Quando, dopo averla fatta godere tantissimo, ci ha salutato, si è complimentata con le nostre donne.
«Amici, mi avete regalato un momento di piacere davvero sconvolgente. Già era bellissimo scopare con due gemelli, ma leccare le fiche di due donne perfettamente identiche, ha reso il gioco ancora più eccitante. Spero che in futuro avremo modo di godere ancora insieme.»
Durante il viaggio di ritorno, mentre guidavo con mio fratello seduto al fianco, ho sentito, dietro di me, il commento delle nostre donne.
«Accidenti, che fortuna, che questo lavoro sia finito così in fretta; altrimenti, con una femmina come Giovanna, questi due davanti, ben presto sarebbero rimasti senza uccello, perché quella puttana avrebbe finito per consumarli pur di farsi grattare il prurito che deve aver fra le cosce e che la rendono una femmina insaziabile.»
Ho guardato mio fratello che ha annuito e sorriso e, dentro di me, mi sono trovato concorde su ciò che avevo appena sentito dire.
Giovanna era stata davvero una femmina insaziabile.