Lucio, fiero Capitano delle Guardie Imperiali della Capitale, appena aprí gli occhi capì subito che qualcosa non andava.
Prima di tutto sua moglie Annette non era al suo fianco nel letto. Poi provò a muovere braccia e gambe e scoprì di essere ammanettato polsi e caviglie. I ceppi di metallo che usava per arrestare i criminali erano stati usati contro di lui. Inoltre, era completamente nudo.
- Annette? – chiamò a voce alta – che sta succedendo?!
La moglie fece capolino dall’altra stanza con un ampio sorriso. Indossava il suo solito ampio vestito a fiori su cui aveva adagiato un grembiule da cucina. Vestiva come una donna d’alta classe, del resto era pur sempre la moglie del Capitano della Guardia Imperiale, ma non avevano servitù, del resto era solo la moglie del Capitano della Guardia Imperiale. Dietro di sé nascondeva qualcosa. - Lucio amore mio, già sveglio? – domandò angelica.
- Perché sono incatenato?
- Sai che in città non si fa altro che parlare della tua scappatella al bordello? – domandò mostrando il coltellaccio da cucina che nascondeva dietro la schiena.
- Annette che vuoi farmi? – domandò lui spaventato, una goccia di sudore prese a scendergli dalla tempia.
- Cosa dovrei farti – specificò lei – Dovrei tagliarti quel cazzo con cui vai a mignotte e mi tradisci. Invece sono una signora, e ti prometto che entro stasera ti avrò perdonato.
- Quindi? Che intenzioni hai?
- Non temere – disse lei posando il coltellaccio sul comodino e avvicinandosi al letto. Afferrò le caviglie dell’uomo bloccate dai ceppi e lo trascinò fino a farlo cadere fuori dal letto.
- Annette! – si lamentò lui cadendo – liberami forza. Sono sciocchezze… Sì magari sono andato con qualche puttana, ma conti solo tu nella mia vita.
Lei sembrava sorda e iniziò a trascinarlo verso l’enorme armadio in fondo alla stanza da letto. - Pesi un sacco sai?
- Stai facendo una tragedia per un non nulla… Poi tra poco arriverà Kiriko a scortarmi al castello, te ne rendi conto?
- Oh, è proprio quello che spero – disse lei quando finalmente arrivò all’armadio. Quindi tirò fuori dal tascone della gonna un ampio fazzoletto e lo usò per imbavagliare il marito.
- Puttana liberami! Te la faccio pagare! – riuscì a dire l’uomo, prima di essere imbavagliato.
Quindi Annette aprì un’anta dell’armadio, un enorme mobile di legno con due ampie ante e delle grate di areazione alla base di ogni anta.
A forza infilò Lucio dentro l’armadio e lo chiuse a chiave, quindi si chinò giù, alle grate, e guardò attraverso. - Mi vedi vero?
- Mmmm – mugugnò con rabbia Lucio. Era un sì.
Un attimo dopo tre forti colpi arrivarono dalla porta di ingresso di casa. Annette corse ad aprire e si trovò davanti una grossa guardia in armatura e alabarda.
- Buongiorno Kiriko.
- Buongiorno Milady, sono qui per il Capitano.
- Certo ma si è allontanato un attimo, mi ha detto di farti aspettare in casa.
- Milady non so se è il caso, il Capitano non vuole che ci intratteniamo con voi.
- Suvvia, il Capitano non c’è…
Annette era una donna non più giovanissima ma assolutamente piacente. Folti capelli neri come la notte, occhi azzurri come il giaccio e pelle candida come la neve.
La sua pelle era liscia nonostante l’età e i suoi seni erano grossi e pesanti, non certo più sodi come un tempo, ma ancora rotondi e solidi. Le sue gambe lunghe erano sormontate da un sedere ampio e carnoso. Insomma era un bocconcino niente male. - Il Capitano ha detto…
- Il Capitano ha detto che devi entrare – tagliò corto Annette, e la guardia imperiale finalmente entrò.
Lo fece accomodare su un divano nel salottino antistante la camera da letto. - Suvvia levati l’elmo, fa caldo oggi… – suggerì lei sedendosi accanto a lui e slacciandosi lo stretto corpetto che le strizzava quel poderoso seno fino in gola. Le bastò allentarlo appena per mostrare ancora meglio l’abbondanza di quelle forme.
Kiriko si tolse l’elmo liberando la capigliatura bionda e rivelando meglio i suoi occhi azzurri. - Gradisci del vino speziato? – chiese Annette indicando la brocca sul tavolino davanti a loro e facendosi ancora più vicina a lui sul divanetto.
- Non mi sembra il caso, sono in servizio… e poi sono le 8 del mattino…
- Che guardia integerrima che sei – disse lei versandosi un calice di vino – Ti dispiace se invece io… oh! mi spiace!
Disse lei con finto dispiacere dopo avergli versato di proposito il vino sui calzoni. - Lascia che ti aiuti a pulire – continuò tirando fuori un fazzoletto dall’ampia scollatura e iniziando a tamponare sul cavalo dei calzoni. Come aveva immaginato il suo giochetto stava avendo effetto a giudicare dalla durezza che percepiva sotto la stoffa.
- Per caso indossate armature all’inguine sotto le braghe? – domandò lei continuando a tamponare.
- No – ammise lui.
- Quindi questo ben degli dei è tutto tuo? Ed è dedicato a me?
- Se il Capitano sapesse… – riuscì a dire in palese imbarazzo – Non posso…
Con un gesto rapido lei tirò giù il pantalone quel tanto che bastava per liberare il poderoso e giovane cazzo del soldato. Un’asta lunga quanto due mani e ampia come un tronchetto sormontata da una nerchia lucida e perfetta. - A me sembra proprio che tu possa – disse lei un attimo prima di calare le labbra intorno alla cappella, carezzandola con la lingua mentre le mani già iniziavano a carezzare il membro in tutta la sua lunghezza.
Si inginocchiò proprio davanti a lui, in mezzo alle sue gambe ancora avvolte nell’armatura e si prodigò in un pompino frutto di anni di esperienza. La bocca avvolgeva la cappella abbracciando con le labbra la sua corona, mentre le mani sapientemente scivolavano lungo l’asta resa umida dalla saliva che lentamente colava giù, fino ai testicoli.
- Milady… – provò a lamentarsi debolmente Kiriko – Vi prego… non posso…
- Non puoi resistermi ancora? – disse lei maliziosamente alzandosi in piedi. Quindi con un rapido gesto slegò completamente il bustino e lasciò andare la gonna stretta in vita. In un attimo era completamente nuda. Un corpo che univa curve mozzafiato e morbida carne da mordere.
La guardia deglutì conscia che non avrebbe mai potuto avere abbastanza forza di volontà da sottrarsi ai desideri di lei. - Vieni in camera da letto – ordinò lei e lui, infatti, subito obbedì.
Fu allora che entrarono nel campo visivo di di Lucio, chiuso nell’armadio. L’uomo vide entrare la guardia in armatura con solo il cazzo denudato e perfettamente eretto e, subito dopo, sua moglie completamente nuda. Un moto di profonda rabbia lo avvolse. Avrebbe voluto urlare, ma sapeva che se la guardia lo avesse scoperto lì, nudo e legato, ben presto tutto il regimento lo avrebbe scoperto e non avrebbe più avuto alcuna credibilità, la sua vita sarebbe finita. Morse quindi con forza il fazzoletto che aveva in bocca. - Spogliati, completamente – ordinò ancora lei.
A Kiriko non sembrava di avere alcuna possibilità di opporsi a quel volere, così slacciò rapidamente il corpetto in metallo, rivelando pettorali e addominali scolpiti. Tolse gli spallacci liberando le ampie spalle. Si stracciò via le braghe, non riuscendo ad avere la lucidità di togliere il resto dell’armatura.
Restò così, nudo ma con schinieri sugli stinchi e armatura agli avambracci, quindi si tuffo tra le cosce di Annette che lo aspettava sul letto con le cosce spalancate.
Affondò la lingua in quella vagina gonfia e fradicia di umori. La sua gioventù e il suo desiderio si trasformarono in una passione sfrenata e in un’avida fame di quel sesso. La leccava freneticamente, causandole scosse di passione poderose. - Mio marito non me l’ha mai leccata così, nemmeno appena sposati – si lamentò lei ponendo una mano sul capo di lui, afferrandogli i biondi capelli e spingendolo con forza verso il proprio sesso, ancora più di quanto già non facesse.
Quando ormai il letto si era allagato di umori e lei non poté più, gli tirò via la testa aggrappandosi ai capelli e gli sussurrò. - Adesso scopami come una cagna…
Non se lo fece ripetere due volte il poderoso soldato. La afferrò per i fianchi e la dispose a quattro zampe sul letto, quindi indirizzò la cappella sulle labbra e con un gesto rapido la penetrò. Con il cazzo così bagnato di saliva e la vagina completamente bagnata di ogni umore corporeo, la penetrazione fu così immediata e profonda che Annette quasi si sentì quell’enorme cazzo direttamente in gola. - Tu si che hai un cazzo enorme, non come quel cazzetto di mio marito – disse lei divertita – lui non saprebbe far godere una donna nemmeno se lei fosse in astinenza da un anno.
Intanto Kiriko pompava tutta la sua forza in profondi e rapidi movimenti delle anche, a cui dava più slancio mantenendosi ai fianchi di lei.
Lucio intanto osservava impotente quella scena. La rabbia iniziò a montargli dentro e decise che non gli importava nulla, doveva finire quella follia. Iniziò a urlare come meglio poteva con il bavaglio in bocca. - Mmm!! MMM!!
Annette percepì subito i rumori e iniziò a coprire urlando gemiti osceni. - Oh si! Quanto mi scopi bene! Tu si che mi fai godere e sei un vero uomo! Scopami scopami! Voglio la tua sborra dentro!
Kiriko invece non parlava, era intento a scoparsela con forza. La mano destra che la teneva per un fianco iniziò a scorrere verso il gluteo della donna, agguantandolo con forza e poi, lentamente, minacciando il suo ano con il pollice. Ci giocherellò per alcuni secondi prima di provare e riuscire nell’affondo.
Annette ebbe un sussulto di piacere. - Mi vuoi inculare eh? Porco lo sai che a mio marito non gliel’ho mai concesso? Ma tu hai un cazzo troppo bello. Ti voglio nel culo. Lì mi devi sborrare…
Detto ciò lei si alzò in piedi, sfilandosi il cazzo dalla vagina e si avvicinò proprio all’armadio. Fece senno a Kiriko di inginocchiarsi rivolto verso l’armadio. Richiesta strana, ma lui non aveva sufficiente sangue a scorrergli nel cervello in quel momento essendo tutto convogliato nel possente membro. quindi si appoggiò all’armadio e lentamente si chinò sulle ginocchia fino a toccare con il culo la cappella di lui. - Dai, inculami…
Kiriko a questo punto afferrò il cazzo e lo puntò verso l’ano di lei. Fu proprio Annette a calare e usare il suo stesso peso per impalarsi con quella verga lunga e spessa. Inizialmente non fu piacevole, ma amava l’idea che Lucio avesse una visione così ravvicinata dell’inculata che stava subendo.
Grazie ai copiosi umori della sua vagina, sia il culo che il pene di lui erano ben lubrificati, quindi in pochi secondi anche la penetrazione anale divenne fluida e agevole. Il soldato era fermo, in ginocchio al suolo, mentre lei cala e si rialzava facendo forza sulle gambe e tenendosi in equilibrio con le mani sull’armadio.
Kiriko inarcò la schiena indietro, dando un’angolazione ancora più eccitante a quella penetrazione e, contestualmente e involontariamente, migliorare la visione a Lucio.
Quest’ultimo intanto si era zittito, ipnotizzato da quella profonda penetrazione anale. Non aveva mai visto sua moglie fare nulla del genere con lui. Era brava, eccitante… Si era scopato centinaia di puttane dei bordelli di tutto l’Impero ma non aveva mai visto uno spettacolo così eccitante. Suo malgrado il pene iniziò a diventargli duro.
Più lei gemeva e andava a fondo, calando su quel cazzo come fosse un coltello caldo nel burro, più la sua penetrazione diventava dura e insopportabile. Odiava quanto gli piacesse vedere sua moglie inculata da Kiriko, il suo sottoposto.
Ogni volta che lei si calava sulle gambe quel cazzo spariva completamente e le natiche di lei andavano a combaciare con l’inguine di lui. Poi si risollevava di nuovo facendolo riapparire e lasciando dentro solo l’ampia cappella. Un movimento continuo e ipnotico, perfetto.
Kiriko era in estasi totale, con la schiena e il capo chinati all’indietro, lo si capiva dai suoi grugniti che era possibile appena percepire sotto i gemiti e le urla di Annette. - Mi stai impalando! Sto godendo col culo! Che toro che sei… Ce l’hai più grosso di un orco!
Lucio non ne poté più. Era troppo umiliante quella vista e la sua stessa eccitazione, perciò decise di fare di tutto per interrompere quella scopata.
Anche se aveva polsi e caviglie bloccate tra loro, fece forza col corpo puntando le spalle sul retro dell’armadio e spingendo i piedi contro l’apertura tra le due ante. Diede un primo colpo e il massiccio mobile in legno non sembrò voler cedere. Diede un secondo colpo e poi un terzo. Al quarto una delle due ante cedette e Lucio cadde a terra, proprio davanti ad Annette che imperterrita proseguiva ad incularsi.
Guardò suo marito nudo, ammanettato e con il cazzo duro, un cazzo che non poteva assolutamente reggere il confronto con quello di Kiriko, e scoppiò a ridere.
- Sei patetico, questo si che è un vero uomo.
A queste parole Kiriko tornò un attimo in se e notò cosa stesse succedendo. - Capitano – disse per un attimo, ma il suo superiore non poteva rispondergli – Vostra moglie è la più grande delle puttane dell’Impero.
- Hai sentito il tuo sottoposto? Lui non andrà più a puttane come fai tu, lui ha me ora, ha il mio culo e può usarlo quando gli pare.
Detto ciò allungò una mano e iniziò a stuzzicargli il cazzo. Glielo afferrò e iniziò a smanettarlo mentre ancora saliva e calava sul cazzo di Kiriko.
Lucio inizialmente provò a sottrarsi a quella masturbazione, ma la verità è che la desiderava tantissimo. - Ti piace vedere tua moglie inculata da un vero uomo? – gli chiese lei, con sprezzo – Ti fa godere sapere che finalmente qualcuno mi scopa a dovere?
Lucio non poteva rispondere, ma non avrebbe saputo nemmeno cosa rispondere. - Sto sborrando! Sto sborrando! – urlò Kiriko alle spalle di lei.
Nel suo culo, Annette percepì chiaramente quel cazzo gonfiarsi ancora di più e avere degli spasmi. Ad ogni spasmo un’ondata di calore gli fece capire che la sborra si stava riversando nel suo culo.
Alla vista dell’uomo che urlava in preda all’orgasmo mentre sborrava nel culo di sua moglie, Lucio si ritrovò a sua volta sull’orlo dell’orgasmo. - MMM! – mugugnò.
Sua moglie colse il piacere che lo stava assalendo, fece un ultimo profondo movimento con la mano e lasciò il pene di lui a sborrare da solo.
Lucio si ritrovò incatenato, nudo, al suolo, col suo cazzo che sborrava da solo, frustrato e abbandonato, senza potersi toccare per darsi un po’ di sollievo, con quel piacere che si trasformava in supplizio ad ogni fiotto che toccava terra mentre era costretto a guardare Kiriko che sborrava copiosamente nel culo di sua moglie, godendosi i continui affondi di lei che accompagnavano ogni schizzo e non gli davano tregua, donandogli il piacere che meritava. - Così sborra un vero uomo – disse Annette guardandolo quasi schifata.
Non si era mai sentito così umiliato in vita sua.
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